Partono oggi ufficialmente i lavori per lo studio di una nuova prassi di riferimento – in collaborazione con ACCREDIA – per la definizione di un sistema di gestione per l’individuazione e prevenzione di condotte di bullismo in ambito scolastico, al fine di prevenirlo e contrastarlo. La prassi si potrà applicare a tutti gli istituti scolastici e formativi di ogni ordine e grado, statali e non statali paritari e non paritari.
E non è un caso che i lavori vengano avviati proprio oggi, 7 febbraio 2018, in occasione della seconda Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo, un’iniziativa nata l’anno scorso per integrare il Piano Nazionale per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola dettato dal MIUR e che segue le manifestazioni che si sono svolte ieri in occasione della XV edizione del “Safer Internet Day”, la giornata internazionale istituita e promossa dall’Unione Europea in tema di sicurezza digitale.
Sempre di più infatti questi fenomeni – tipici degli ambienti scolastici – si stanno diffondendo e vengono analizzati a livello sociale: si tratta di comportamenti di tipo aggressivo e intenzionale, sia di natura fisica che psicologica, che vengono perpetrati nel tempo (anche per via telematica) nei confronti di soggetti che per la loro giovane età o per caratteristiche proprie possono essere considerarti “bersagli facili”, sostanzialmente incapaci di difendersi.
Insieme ad UNI, rappresentata da Alessandro Delvecchio (Divisione Innovazione) e ad ACCREDIA, rappresentata da Emanuele Riva, saranno presenti al tavolo dei lavori il Project leader Emanuele Montemarano (Studio legale Montemarano), Virginia Kaladich presidente di FIDAE (Federazione delle scuole cattoliche primarie e secondarie), Elisabetta Scala del MOIGE (Movimento italiano genitori), Filippo Grisolia (Magistrato, già Capo Gabinetto presso il Ministero della Giustizia), Paola Ottolini di ISRE (Istituto Superiore Internazionale Salesiano di Ricerca Educativa) e Stefania Pinton di CSQA (Società di certificazione).
La prassi di riferimento ha l’obiettivo di individuare i rischi ai quali i minori sono maggiormente esposti e assicurare una gestione operativa in grado di eliminarli o ridurli al massimo, tenendo anche conto dei rischi legali per i vari operatori scolastici. Si tratta di un aspetto da non sottovalutare: sempre più spesso infatti vengono intraprese azioni sia di carattere penale che civile nei confronti degli addetti della scuola tenuti alla vigilanza degli alunni, nel caso del verificarsi di eventi dannosi per i minori.
Diventa quindi fondamentale per i dirigenti scolastici e per le altre figure di riferimento del settore agire in via preventiva e mettere in atto all’interno della scuola una serie di procedure in grado di dimostrare – rispetto ai fatti di bullismo – che la scuola ha agito correttamente e la conseguente assenza di responsabilità legali.
Tra le principali azioni che la scuola dovrà intraprendere vi è – ad esempio – la definizione e la divulgazione di una efficace “politica antibullismo” con la chiara assunzione degli impegni presi verso l’utenza per la prevenzione e il contrasto a questo fenomeno, la predisposizione di un “piano di vigilanza” e di un documento di “valutazione dei rischi” (che tenga conto del contesto di riferimento, del territorio in cui opera la scuola, dell’utenza, della fascia di età degli alunni ecc.). E ancora: la definizione di un sistema sanzionatorio e di una procedura per le segnalazioni relative al bullismo, la nomina di una Commissione Antibullismo (rappresentativa di tutte le parti interessate) e lo svolgimento periodico di “audit antibullismo” sia in forma programmata che a sorpresa.
L’attuazione di queste misure antibullismo, che serviranno sicuramente a migliorare e ad accrescere la fiducia delle famiglie nei confronti della scuola, permetterà inoltre di ottenere una certificazione indipendente di parte terza.
[Fonte:uni.com]